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Una parola che oggi è sulla bocca di tutti, dai giornali ai social media: resilienza. Sinonimo di forza, resistenza, flessibilità, adattabilità e molto altro.
Una parola bella e positiva, ma cosa significa realmente? E quanti tipi ci sono?
La resilienza è la capacità di un materiale o di un organismo di resistere alle sollecitazioni esterne. Non è sinonimo di semplice “durezza”, ma molto di più. Non significa non essere toccati da nulla, significa piuttosto potersi deformare senza rompersi.
Potremmo dire che è la capacità di "incassare" colpi, di allenarsi ad aggirare le difficoltà, di cambiare forma e mente per adattarsi a situazioni complesse, uscendone migliorati e più efficienti, consapevoli.
In breve, la resilienza è un'evoluzione del vecchio detto "ciò che non uccide, rafforza" o anche del concetto di "piegarsi senza rompersi".
Il termine, oggi alla ribalta soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico, è in realtà ampiamente utilizzato in diverse discipline per esprimere un insieme di concetti simili.
Intendiamo la capacità di strutture e materiali di assorbire forze esterne, come peso o pressione, deformandosi ma senza strapparsi.
Questa parola viene utilizzata anche nel mondo IT e tech, spesso per indicare la capacità di sistemi e dispositivi di non soccombere all'usura e all'obsolescenza, adattandosi bene alle diverse condizioni d'uso.
Fenomeno più ampio, che vede intere società o sistemi o procedure complessi riuscire ad adattarsi a variabili negative, generando spesso un passo avanti per il sistema stesso.
Ciò definisce la grande forza che possiede ogni organismo per non cedere ad attacchi esterni o malattie, trovando un nuovo equilibrio in una situazione diversa e più difficile rispetto a quella standard, basti pensare alle persone che si sottopongono a trapianti di organi.
Il termine resilienza si applica molto bene a coloro che hanno subito un trauma e riescono ad emergere rafforzati e migliori dopo un'esperienza difficile.
Non lasciarti abbattere dalle avversità ma, al contrario, sappi trarre da esse la forza e la voglia di migliorare. Detto così non sembra affatto facile. Ma, come già detto per gratitudine, anche la resilienza – seppur molto legata al carattere intrinseco di ciascun individuo – può essere allenata.
Vedere le cose da una prospettiva diversa può aiutare: è tutta una questione di approccio.
Sentirsi sfortunati e scoraggiati per i tanti episodi spiacevoli della propria vita è normale, ma non può diventare una scusa per non reagire. Reagire, alzare la testa, affrontare la paura e il dolore sono, paradossalmente, parte della cura stessa.
L'enorme forza d'animo di chi ha subito gravi traumi psicologici o sta affrontando un ricovero ospedaliero a causa di gravi patologie: questa è resilienza.
È la volontà di sorridere nonostante il disagio, di vedere oltre quel disagio, fino a quando tutto finirà e ci lascerà nuovi, forti, temprati.
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