La dieta dei gruppi sanguigni: uno stile alimentare relativamente giovane, se ne cominciò a parlare nel 1996 partendo da un'idea di un naturopata americano, Peter D'Adamo. Un successo di pubblico, se si considera che il suo libro “Eat Right 4 Your Type” ha venduto quasi dieci milioni di copie in tutto il mondo.
Dieta dei gruppi sanguigni: da dove nasce l'idea e le basi
La sua idea si basa su un concetto evolutivo: a livello biologico, i diversi gruppi sanguigni – A, B, AB e 0 – definirebbe diverse "micro-fasi" nell'evoluzione della specie umana. Ognuna di queste fasi corrisponde, storicamente, a momenti molto diversi nelle abitudini e nei costumi umani, anche a livello nutrizionale.
Se ad esempio è accertato che il gruppo 0 è il più antico, allora è facile pensare che i nostri antenati che avevano quel sangue fossero essenzialmente cacciatori-raccoglitori, abituati a mangiare principalmente carne e verdure selvatiche come frutta e radici.
Gli altri gruppi sanguigni, che compaiono successivamente, sono legati ad epoche in cui però l'uomo aveva già ulteriormente evoluto le sue capacità e abitudini, arrivando alla coltivazione e all'allevamento, consumando quindi alimenti diversi dai suoi predecessori.
Cosa dovrebbe mangiare ogni gruppo sanguigno
Certo, non siamo più primitivi e abbiamo una vasta disponibilità di cibi tra cui scegliere ogni giorno. Ma cosa deve fare un individuo di ciascuno dei 4 gruppi sanguigni per seguire questa dieta?

Ecco alcune indicazioni, sempre secondo D'Adamo:
- Il gruppo 0, il più antico, risale a quando l'uomo era puramente carnivoro perché cacciatore. Sì a carne e pesce e ok a verdure pure e tuberi. No agli alimenti troppo lavorati, ai derivati dei cereali e del latte, ma anche no ai legumi e agli alimenti contenenti troppi zuccheri. Quasi un chetogenico, quindi;
- Gruppo A, risale al tempo in cui l'uomo scoprì l'agricoltura e smise di cacciare. Ok, allora, per tutto ciò che è di origine vegetale: cereali, verdura e frutta, semi e granaglie, legumi, meglio non esagerare con gli alimenti di origine animale, sostanzialmente una dieta vegetale;

- Gruppo B, quando l'uomo inizia ad allevare capisce anche come trasformare i prodotti derivati dalla presenza degli animali, come latte e uova, e comincia a sviluppare un metabolismo e un sistema digestivo più complessi. Ok, quindi, ai latticini e ai prodotti un po' più trasformati, sempre con un occhio a non eccedere in zuccheri, conservanti e lavorazioni;
- Gruppo AB, il più recente ed "evoluto", sommatoria dei precedenti, quindi gli individui con questo gruppo sanguigno hanno maggiori probabilità di mangiare di tutto.
In conclusione: la dieta dei gruppi sanguigni fa bene?
La premessa è che non esiste, in realtà, alcuna prova scientifica che quanto affermato da D'Adamo sia corretto.
È vero però che chi intraprende questa dieta spesso si sente meglio: perché?
Semplicemente perché, in linea di principio, come ogni dieta che mira a migliorare le abitudini alimentari delle persone, anche la dieta dei gruppi sanguigni si basa su principi universalmente corretti, ad esempio:
- mangia prodotti puri e non eccessivamente lavorati;
- limitare zuccheri industriali e conservanti;
- concentrati sulla qualità e sulla stagionalità degli alimenti che metti in tavola, ecc.
La moderazione e il buon senso – e non qualche trucco “magico” o diktat dietetico – portano i migliori risultati a lungo termine.
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