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Disturbi alimentari, un argomento molto delicato che vogliamo affrontare in modo rispettoso, per sostenere la diffusione di questi temi, di cui non si parla ancora abbastanza.
Il 15 marzo ricorre anche un importante anniversario di sensibilizzazione e sensibilizzazione relativo ai disturbi alimentari: la giornata di “Fiocco lilla”.
Ma cosa sono i disturbi alimentari? E quali sono quelli "codificati"?
Chi soffre di queste patologie trasferisce sul cibo tutto il suo forte e doloroso bagaglio emotivo. Si pensa infatti che chi soffre di un disturbo alimentare abbia difficoltà con il cibo. In realtà il cibo è solo un transfert, un simbolo, il segnale ovvio, la valvola di sfogo, ma la vera lotta è molto più profonda.
Spesso affonda le sue radici nel rapporto con la famiglia, nel giudizio verso se stessi, nel rapporto con i partner, il tutto amplificato da un contesto sociale in cui body shaming, glorificazione della magrezza e stigma del peso sono ancora fortemente radicati.
Mangiare bene, in modo equilibrato e sano anche dal punto di vista mentale ed emotivo, è fondamentale: il cibo è un alleato del benessere, così come l'allenamento deve essere divertimento e svago, non una punizione.
I disturbi alimentari, o DCA, sono di diversi tipi e ogni individuo che ne soffre può manifestare questo malessere in modo molto personale. Tuttavia, esistono alcune patologie codificate, tra cui:
Ce ne sarebbero molti altri da mappare attentamente e molti più dettagli da fornire su ciascuno di essi, ma preferiamo portare l'attenzione su come rendersi conto di soffrire di DCA e quante persone ne sono affette oggi in Italia.
Secondo la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi Alimentari (SISDCA), questi colpiscono ogni anno oltre 8.500 persone nel nostro Paese. Tra 8 e 9 donne su 100.000 si ammalano di anoressia nervosa e 11-12 di bulimia nervosa. E purtroppo è un trend in aumento anche tra gli uomini: nel 2019 i nuovi casi di anoressia si sono attestati intorno a 1 ogni 100.000 persone e i casi di bulimia intorno allo 0,8.
Gli adolescenti ma anche i bambini in età scolare sono fortemente colpiti e anche il numero di persone che iniziano a soffrirne in età adulta è in aumento.
Se il cibo diventa un tuo nemico ma anche l'unico pensiero fisso della giornata, se escludi volontariamente intere categorie di alimenti, se limiti le calorie fino a contare anche il più piccolo boccone, se hai episodi di abbuffate seguiti da momenti di "punizione", se usi l'allenamento solo come modo per "guadagnarti" il prossimo pasto, se ti isoli dagli amici e dalle situazioni pubbliche per mangiare da solo... fermati a riflettere e poi chiedi aiuto.
Esistono consulenti dedicati, psicologi e nutrizionisti specializzati, gruppi di supporto: nessuno è solo in questa battaglia e chiedere supporto è il primo passo per migliorare il proprio rapporto con il cibo, con lo specchio e con ogni aspetto della propria vita.
Alcuni approfondimenti sull'argomento:
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