Resilienza: cos’è questa forza nascosta

Resilienza: cos’è questa forza nascosta

Una parola che oggi è sulla bocca di tutti, dai giornali ai social: resilienza. Sinonimo di forza, resistenza, flessibilità, adattabilità e molto altro.

Una parola bella e positiva, ma cosa significa davvero? E quanti tipi ne esistono?

Definizione di resilienza

La resilienza è la capacità di un materiale o organismo di resistere a sollecitazioni esterne. Non è un sinonimo di semplice “durezza”, ma molto di più. Non significa non farsi toccare da nulla, significa piuttosto riuscire a deformarsi senza rompersi.

Potremmo dire che è la capacità di “incassare” i colpi, di formarsi intorno alle difficoltà, di mutare forma e mente per adattarsi a situazioni complesse, uscendone migliorati e più efficienti, consapevoli.

Insomma, la resilienza è un’evoluzione del vecchio detto “ciò che non uccide, fortifica” o ancora del concetto di “piegarsi senza spezzarsi”.

Diverse declinazioni del termine

Il termine, oggi alla ribalta soprattutto dal suo punto di vita emotivo e psicologico, è in realtà molto utilizzato in diverse discipline per esprimere un insieme di concetti simili.

  • Resilienza a livello meccanico-ingegneristico

Si intende la capacità di strutture e materiali di assorbire forze esterne, come peso o pressione, deformandosi ma senza lacerarsi.

  • Resilienza in informatica

Questa parola è usata anche nel mondo IT e tech, spesso per indicare la capacità di sistemi e dispositivi di non soccombere a usura e obsolescenza, adattandosi bene a diverse condizioni di utilizzo.

  • Resilienza sociale e di processo

Fenomeno più ampio, che vede intere società o sistemi o procedimenti complessi riuscire a adattarsi a variabili negative, generando spesso un passo avanti del sistema stesso.

  • Resilienza biologica o ambientale

Si definisce così quella grande forza che ha ogni organismo di non cedere ad attacchi esterni o malattie, trovando un nuovo equilibrio in una situazione diversa e più difficile rispetto allo standard, basti pensare alle persone che subiscono trapianti d’organi.

  • Resilienza psicologica

Il termine resilienza si applica molto bene a chi ha subito traumi e riesce a uscire fortificato e migliore dopo un vissuto difficile.

Come allenare la resilienza psicologica?

Non farsi abbattere dalle avversità ma, al contrario, riuscire a trarne forza e volontà di miglioramento. Detto così, non sembra affatto facile. Ma, come già detto per la gratitudine, anche la resilienza – sebbene molto legata al carattere intrinseco di ciascuno – può essere allenata.

Vedere le cose da una prospettiva differenza può aiutare: è tutta una questione di approccio.

Sentirsi sfortunati e avviliti per i tanti episodi spiacevoli della propria vita è normale, ma non può diventare una scusa per non reagire. Reagire, alzare la testa, affrontare la paura e il dolore sono, paradossalmente, parte della cura stessa.

L’enorme forza d’animo di chi ha subito gravi traumi psicologici o sta affrontando percorsi di ospedalizzazione dovuti a patologie gravi: questa è resilienza.

È la volontà di sorridere nonostante il disagio, di vedere oltre quel disagio, a quando sarà finito e ci lascerà nuovi, forti, temprati.

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