Mindfulness: cos’è e come praticarla ogni giorno
È una delle parole più ricercate e utilizzate – a volte anche a sproposito – degli ultimi anni: “mindfulness”, un concetto complesso racchiuso in questo termine inglese. Ma cos’è e cosa significa davvero?
Questo approccio all’esistenza ha radici antiche, nella religione buddhista e nelle pratiche zen, ma è stato codificato negli anni ’70 negli Stati Uniti, da uno scienziato, il biologo Jon Kabat-Zinn.
Kabat-Zinn ne ha dato una definizione ufficiale: la mindfulness è la capacità delle mente di essere totalmente consapevole, lucida e immersa nel momento presente, senza però alcun tipo di volontà di giudizio sul momento stesso o su se stessi.
Riuscire a praticare la mindfulness, quindi, significherebbe essere capaci di vivere ogni esperienza nel momento in cui ci si presenta, senza sovrastrutture, paure o pregiudizi. Non bisognerebbe rimanere ancorati al passato, ai ricordi che quella situazione ci evoca, né tantomeno proiettare aspettative verso il futuro e i risultati di quell’azione o contesto.
Vivere il famoso “qui e ora” con gratitudine, oggettività, consapevolezza e pienezza. Semplice? No, affatto, ma sicuramente una prospettiva interessante e positiva per vivere la propria vita al meglio.
Mindfulness, tra buddhismo e comportamentismo
La mente umana è naturalmente portata a mettere in correlazione fatti ed eventi, emozioni e sensazioni, sia positivi che negativi, creando delle sovrastrutture complesse.
In questo senso, ogni ricordo, gesto, suono, odore, che sentiamo in un preciso momento, innesca nel cervello una catena di reazioni legate al passato e di desideri e aspettative verso il futuro.
Il buddhismo ha, tra le sue basi concettuali, proprio la volontà di fermare questo “mare in tempesta” di pensieri e desideri: riuscendo a spegnere il desiderio, si riuscirebbe a controllare le emozioni, in particolare arginando o annullando il dolore.
Ecco perché il concetto alla base della mindfulness affonda le sue radici nei principi buddhisti: essere immersi e pienamente consapevoli dell’istante presente significa dimenticare ogni orpello, ogni ancoraggio di quel momento con il nostro passato e ogni proiezioni sul futuro.
Si annulla il desiderio, ogni tipo di obiettivo, di traguardo, di paura, di “transfer”: questo dovrebbe, quindi, renderci felici, perché esistiamo un istante alla volta, senza condizionamenti.
Meditazione consapevole e mindfulness
Una delle pratiche buddhiste che mette in atto la mindfulness è la cosiddetta “meditazione consapevole”: si tratta di un momento di raccoglimento dove l’individuo si concentra esclusivamente sulla respirazione, una tecnica di respirazione profonda e diaframmatica.
Ovviamente ci saranno dei momenti di distrazione in cui la mente inizierà spontaneamente a “pensare”: non bisogna allarmarsi né giudicarsi (niente “non ci riesco, non sono capace, non funziona, continuo a pensare, continuo a distrarmi” etc.), ma riprendere semplicemente a concentrarsi sul respiro. Poco a poco, dovrebbe diventare sempre più facile.
Applicazioni della mindfulness in psicoterapia
Questa tecnica meditativa ha avuto diverse applicazioni anche in ambito terapeutico, così come l’approccio stesso della mindfulness. In pratica, il terapeuta incoraggia il paziente non ad analizzare i propri pensieri e sentimenti – come nella psicoterapia tradizionale – ma ad allontanarsene, a privarli del loro potere.
Pensieri ed emozioni vengono visti come qualcosa di aggiuntivo ed estraneo, mentre di norma si tende a credere di “essere i propri pensieri e convinzioni”: al contrario, pensieri, paure, convinzioni, obiettivi, sono tutte cose che si “hanno”, che ci caratterizzano ma non ci definiscono. Non siamo le nostre paure, non siamo le nostre emozioni, semplicemente abbiamo delle paure e delle emozioni: questo è il cardine della terapia basata sulla mindfulness.
Ci sarebbero addirittura evidenze scientifiche a livello neurologico del benessere generato dalla meditazione consapevole sul corpo: indici infiammatori più bassi, minore produzione di sostanze legate allo stress, riduzioni di stati di ansia e molti altri.
Come applicare il principio della mindfulness nella vita di tutti i giorni
Sembra un discorso complesso ma, in realtà, è possibile iniziare ad approcciarsi a questa prospettiva di vita in modo semplice, nelle piccole azioni quotidiane.
Facciamo un esempio concreto: un piccolo gesto come prepararsi e gustare una colazione sana spesso viene rovinato da mille interruzioni e negatività che ci imponiamo da soli. Guardare il TG in TV, scrollare i Social sul cellulare o, peggio, iniziare a leggere le e-mail di lavoro già di primissima mattina davanti al nostro caffè: è sbagliato.
Prendiamoci un momento di consapevolezza e godiamoci una colorata açai bowl o una fetta di torta, gustiamo ogni sapore, prestiamo attenzione ad ogni consistenza, inspiriamo profondamente il buon profumo del nostro caffè, percepiamo il tepore della nostra casa, la comodità dei vestiti puliti… quando è stata l’ultima volta che siamo stati così attenti a queste piccole cose?
Lo stesso principio si può applicare ad ogni momento della giornata:
- godersi 10 minuti di passeggiata con il sole sulla pelle in pausa pranzo, alzando la testa per ammirare la nota di azzurro brillante del cielo;
- notare la morbidezza del pelo del nostro cane o gatto mentre lo accarezziamo;
- ascoltare con orecchio attento il suono così particolare e riconoscibile della voce dei nostri cari;
- percepire lo spazio e il peso del nostro corpo quando ci sdraiamo nel nostro letto comodo la sera…
La mindfulness è il primo passo verso un’altra dimensione della vita, strettamente collegata e incredibilmente importante: la gratitudine.
Se riusciamo ad essere abbastanza consapevoli della bellezza di ogni singolo gesto ed evento, anche minuscolo, del nostro quotidiano, avremo tanti motivi per essere grati e felici di ciò che abbiamo, invece di concentrarci solo su paure (passato) e insoddisfazioni (proiezioni sul futuro).
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