Come aprire una parafarmacia, iter e consigli

Come aprire una parafarmacia, iter e consigli

Come aprire una parafarmacia e perché è un’ottima idea nel 2022?

Quello della salute è un bellissimo settore in cui lavorare, peraltro un business che negli ultimi anni sta crescendo molto. Infatti, le persone sono sempre più attente a ciò che mangiano e a come tenersi in forma.

E non parliamo solo di medicinali e di farmacie in senso stretto ma anche, appunto, di parafarmacie.

Cos’è una parafarmacia e cosa serve per aprirla

Una parafarmacia è un punto vendita che unisce in un unico presidio le competenze e i vantaggi di farmacia, erboristeria, profumeria, negozio di prodotti biologici e integratori e molto altro.

La gamma di prodotti che si possono vendere al suo interno, quindi, è varia molto. Spazia dai farmaci da banco agli integratori alimentari, dalla cosmetica ai prodotti naturali per lo sport o per la dieta, ma anche fitoterapici, superfood, alimenti funzionali e per intolleranti, infusi e tisane, nutrizione per neonati, prodotti per l’igiene personale e oggettistica correlata a tutto quanto nominato fino ad ora.

Ne esistono di diverso tipo, da quelle indipendenti alle insegne di franchising, ma come aprire una parafarmacia? Con quali titoli?

In primis, molto dipende da una scelta a monte, ossia se nella propria parafarmacia si vogliono vendere anche i medicinali di automedicazione, cioè quelli che non necessitano di ricetta medica – quelli sotto prescrizione si possono acquistare solo in farmacia. Oppure, se si vogliano vendere solo prodotti non-farmaceutici in senso stretto.

Su questo punto, è bene ricordare la normativa: secondo le leggi vigenti – il Decreto Bersani del 2006 prima e il Decreto Legge 201/2011 poi – il titolare della parafarmacia non deve necessariamente essere un farmacista, purché ci sia all’interno della parafarmacia, tra i soci o dipendenti, un soggetto iscritto all’Albo dei Farmacisti che si faccia garante e responsabile della comunicazione e della tracciabilità dei farmaci.

Oltre al titolo di studio necessario, si dovrà ovviamente adempiere all’iter burocratico standard, che comprende:

  • l’apertura della Partita Iva.
  • l’iscrizione al Registro delle Imprese.
  • la comunicazione di Inizio Attività al proprio Comune.
  • l’apertura delle posizioni necessarie presso INPS e INAIL.
  • il permesso per esporre l’insegna.
  • per la vendita di farmaci serve appunto anche la registrazione al Ministero della Salute, l’ottenimento del codice di tracciabilità del farmaco, l’ottenimento del titolo di responsabile per la comunicazione e la tracciabilità del farmaco e l’iscrizione all’Ordine dei Farmacisti ed all’Agenzia del Farmaco.
  • per la vendita di alimenti funzionali e specifici, ad esempio per intolleranze e neonati, servirà anche un attestato specifico, un’abilitazione alla commercializzazione alimentare.

Consigli e considerazioni da valutare per aprire una parafarmacia

Smarcato l’iter amministrativo e normativo, bisogna studiare molto bene anche l’operatività per rendere efficace la propria attività.

Ecco 5 temi essenziali per mettere in piedi un negozio di successo:

  1. Valutare la location giusta, con un buon passaggio e meglio se non troppo vicina a punti vendita simili, come farmacie o erboristerie già consolidate sul territorio, per non rischiare di andare troppo in concorrenza.
  2. Scegliere gli arredi e la “personalità” del proprio punto vendita. Questo aspetto è molto semplificato per chi opta per un franchising, dato che generalmente gli arredi di base vengono forniti dall’insegna proprietaria.
  3. Selezionare con attenzione prodotti e fornitori. Fare una selezione puntuale uno-ad-uno sicuramente porta grande soddisfazione e una gamma di referenze molto accurata e personalizzata, mentre affidarsi a un distributore può essere ottimo per ottimizzare tempi e fatturazione.
  4. Pensare a cosa dare ai propri clienti come servizio aggiuntivo per fidelizzarli, ad esempio consulenze personalizzate oppure piccoli eventi periodici per incontrare nutrizionisti o fare sedute di cosmesi.
  5. Considerare anche l’idea di digitalizzare in parte il proprio lavoro, affiancando al negozio fisico un e-commerce.

Fonti:

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