Decluttering: cos’è e perché fa bene anche alla mente

Decluttering: cos’è e perché fa bene anche alla mente

Abbiamo parlato di come fare la spesa senza sprechi e di quanto la consapevolezza positiva, ossia la mindfulness, sia un corretto approccio alla vita. Il decluttering è un ottimo gancio tra questi due concetti, perché mette insieme la volontà di vivere in modo minimale con il desiderio di liberarsi del superfluo anche a livello emotivo.

Ma cos’è il decluttering e come metterlo in pratica da oggi stesso?

Cos’è il decluttering, meno è meglio

Vivere in mezzo al disordine e accumulare oggetti: a molti di noi succede, in maniera continuativa oppure in un momento particolare della nostra vita in cui ci sentiamo più insicuri e fragili per mille ragioni.

Sono entrambi fenomeni del quotidiano che manifestano un malessere, infatti: al contrario, riuscire a fare ordine nella propria casa, armadio o dispensa, significa anche creare spazio e ordine nel proprio animo.

Su questo concetto basilare si fonda il cosiddetto “decluttering”, un termine inglese che significa, alla lettera, semplicemente “riordinare”. È diventato famoso negli ultimi anni anche grazie al fenomeno della “guru” giapponese Marie Kondo, con il suo famoso metodo chiamato appunto KonMari.

Ma non si tratta solo di semplice riordinare.

Può iniziare come una sorta di terapia di rottura per interrompere un ciclo negativo, per combattere la pigrizia che ci porta a rimandare il cambio degli armadi o la pulizia del box, ma che indica qualcosa di più profondo di un semplice “lo faccio domani”.

Il decluttering, praticato in modo sistematico, diventa un vero stile di vita: non si tratta di accumulare e sistemare in modo ciclico, ma di riordinare una volta per tutte, per poi non doverlo fare più, perché vivere con “meno” diventa la norma.

Infatti, l’approccio è quello di vivere in modo più minimale, capire cosa ci serve davvero e tenere solo l’essenziale, perché spesso il superfluo ci serve solo come maschera o come la proverbiale “coperta di Linus”, per nasconderci e ripararci dai dispiaceri.

Come riordinare armadi e scarpiere, ma anche frigorifero e dispensa

Intendiamoci, non c’è niente di male a collezionare statuine di ceramica o ad essere appassionati di scarpe, tanto da averne oltre due dozzine nella scarpiera. Però dipende da come questo vi fa sentire: è un passatempo simpatico e positivo? È un modo di esprimere il vostro stile?

Oppure è soltanto un accumulo fine a se stesso? È vero che non utilizzate mai quelle scarpe e che le statuine si ammassano nella polvere perché non ci prestate nemmeno attenzione?

In questo secondo caso, forse dovreste valutare il decluttering!

Se quando aprite l’armadio vi franano addosso vestiti che non mettete da più di 1 anno oppure se avete così tanto cibo “di scorta” stipato in dispensa che le confezioni più vecchie sono ormai scadute, state sprecando soldi, spazio ed energia.

Prendetevi un pomeriggio intero, indossate abiti comodi, armatevi di sacchetti dell’immondizia capienti e mettete su musica che vi piace: siete pronti a iniziare.

Per non farvi prendere dal panico, affrontate una stanza alla volta, partendo da ciò che vi sembra più semplice o che sapete che vi darà più soddisfazione alla fine: vi assicuriamo che la fatica verrà ripagata.

Non rimandate, iniziate subito e provate a visualizzare quanta serenità vi darà, alla fine, vedere:

  • le spezie disposte con ordine sulla mensola della cucina
  • la libreria in soggiorno liberata da vecchie riviste polverose, con i volumi disposti per autore o per genere
  • la cabina armadio con tutti i capi appesi magari in gradazione di colore
  • la bicicletta che ritrova il suo posto in garage, senza dover giocare a Tetris ogni volta per ritirarla

Non vi sentite già meglio, solo al pensiero?

E non è detto che tutto ciò che per voi è in eccesso vada buttato, anzi, potrebbe rivelarsi utile per altri scopi.

Perché il decluttering fa bene all’ambiente e al sociale

Vestiti rovinati e cibo scaduto, ahimè, andranno buttati: prestate attenzione e differenziate correttamente, aprendo e dividendo le confezioni composte di materiali diversi.

Al contrario, però, abiti seminuovi ma che semplicemente per voi sono passati di moda o non vi stanno più bene, possono essere una grande risorsa per chi è meno fortunato: assicuratevi che siano puliti e in buono stato, poi riponeteli negli appositi sacchi in modo che siano protetti e portateli nei punti di raccolta delle associazioni benefiche sul territorio, ce ne sono tante a cui rivolgersi per dare una mano.

Lo stesso vale per vecchi libri di testo che ormai non vi servono più oppure i volumi di quell’autore che avete letto e riletto e ormai vi è venuto a noia: regalateli alle piccole biblioteche di quartiere o alle associazioni che li mandano in quei luoghi del mondo dove sono davvero preziosi.

Oltre a dare questo piccolo contributo a livello sociale, grazie al decluttering potrete aiutare anche l’ambiente, perché scoprirete che è possibile vivere meglio avendo meno, acquistando meno e meglio, facendo più attenzione a cosa indossiamo, con cosa arrediamo e puliamo la casa, e sì, anche e soprattutto a cosa mettiamo in tavola.

Effetti positivi del decluttering sulla psiche

Fare decluttering non significa solo fare posto nell’armadio, quindi. È una vera filosofia di vita, un approccio all’essenziale, a voler tenere con noi solo ciò che serve davvero, e non solo dal punto di vista materiale.

Gli oggetti superflui di cui ci liberiamo ci aiutano a visualizzare le emozioni e i bagagli emotivi pesanti che ci portiamo dentro, e che possiamo eliminare, facendo spazio anche nella mente e nel cuore.

Da un lato, l’ordine in casa dà un senso di ordine anche interiore: chi non si sente in pace dopo aver finito di fare il cambio di stagione nel guardaroba o liberato un garage pieno di vecchi scatoloni inutilizzati?

Dall’altro, spesso rivestiamo alcuni oggetti di un valore anche emozionale: il regalo dell’ex fidanzato, lo scatolone dell’ultimo trasloco, il libro di quell’esame universitario terribile o i vestiti che non ci vanno più bene. Tutto questo può creare stress perché innesca ricordi o associazioni di idee ancora dolorosi e delicati.

Ecco perché, spesso, decidere di “buttare via tutto” può essere davvero un toccasana per il proprio benessere e per la propria salute emotiva!

Per approfondire, ecco alcune fonti:

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